Marianna Bonelli su Spritz Letterario

Morti tragicomiche; vite strampalate dei protagonisti: Marta, suo zio Ernesto e Nino; riflessioni, dubbi e paure risolti da un linguaggio ironico, ben ritmato che oscilla tra Il senso della vita dei Monty Python e il candore ritrovato di chi sa, ha vissuto e vuole ora rispondere con un sorriso: «Ma quindi muoiono tutte?» «No, Nino, nessuna marionetta muore mai per davvero. I bambini rideranno da matti, non credi?».

Silvia Greco ha indagato il senso dell’esistenza attraverso il suo negativo. Ha atteso e soppesato le parole giuste, per darci tra le righe quell’imprecisa cosa che è la felicità; quella reazione positiva che si impone, talvolta, come una madeleine: chissà da dove viene, chissà quanto durerà, vivila finché il verso è giusto, finché il gatto decide di farti le fusa. Pagine che sono sorsi salvifici, non edulcorati e senza l’arroganza di far finta che tutto sia per sempre. Che sia un esordio è un dato di fatto, ma covato nel tempo della maturità.

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